Fico Eataly-World, in Emilia-Romagna l'eredità di Expo 2015
L’Emilia-Romagna è una dei territori leader dell’agroalimentare europeo e uno dei simboli del made in Italy nel mondo dove nascono prodotti famosi in tutto il mondo come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma e hanno sede grandi marchi dell’industria alimentare che competono sui mercati internazionali.
In Emilia-Romagna, a Bologna, nascerà Fico Eataly World, la Fabbrica Italiana Contadina i cui dettagli sono stati presentati a Expo dal promotore Oscar Farinetti insieme, tra gli altri, al ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e al sindaco di Bologna Virginio Merola.
Grande opportunità per l'E-R
“Un legame forte con il territorio, un’elevata specializzazione, una forte attenzione all’ innovazione, alla ricerca e alla sostenibilità ambientale – sottolinea il presidente della Regione Stefano Bonaccini – sono le caratteristiche dell’agroalimentare emiliano-romagnolo, unite alla scelta della qualità come fondamentale fattore competitivo, lungo tutta la filiera. Un progetto come Fico non poteva che nascere in questa terra. Sono certo che dopo l’Expo sarà un’altra occasione importante per far conoscere nel mondo e promuovere l’eccellenza della nostra agricoltura e della nostra industria alimentare”.
Una nuova grande avventura
Il presidente Bonaccini ha ricordato la scommessa vinta dalla Regione Emilia-Romagna su Expo: “Ci abbiamo sempre creduto, abbiamo raddoppiato l’investimento quando ci siamo insediati. I risultati ci danno ragione”. La Regione ha lavorato molto sui temi di Expo, creando il World Food Forum, che vivrà dopo Expo. Il tema della food safety è al centro del protocollo di collaborazione firmato con il Guangdong, provincia cinese con 107 milioni di abitanti. Ora l’impegno continua per Fico: “Sarà una nuova grande avventura”, ha detto Bonaccini assicurando il sostegno della Regione.
Per Bonaccini Fico contribuirà a far crescere il turismo e le esportazioni di prodotti enogastronomici made in Emilia-Romagna.
Terra di Dop e Igp
Tra Rimini e Piacenza si producono 41 prodotti Dop e Igp: il record italiano ed europeo. Le indicazioni geografiche emiliano-romagnole rappresentano oltre il 40% del valore complessivo nazionale. Queste le prime quattro Dop e Igp emiliano-romagnole: Parmigiano Reggiano Dop (19% del fatturato complessivo regionale), Prosciutto di Parma Dop (11%), Aceto balsamico di Modena Igp (6%), Mortadella Bologna Igp (4%).
Un settore da 20 miliardi
Con 20 miliardi di fatturato l’agroalimentare emiliano-romagnolo vale il 15% del fatturato totale nazionale e costituisce il secondo settore manifatturiero regionale. I 70 mila addetti rappresentano il 18% del totale nazionale, ma considerando anche i comparti collegati (quali quelli dell’industria di trasformazione, ristorazione, distribuzione e produzione di macchinari e attrezzature) il settore dà lavoro a circa 300 mila persone.
Il made in E-R piace nel mondo
Elevata la propensione all’export con un valore di 5,5 miliardi di euro, per una quota di circa il 16% del totale nazionale e un trend in crescita, come confermano i dati relativi al primo semestre 2015, con un più 4,5%.I principali paesi di sbocco sono quelli europei (Germania, Francia, Gran Bretagna) ma cresce il peso degli Usa, verso i quali viene esportato circa il 7% dei prodotti trasformati.
La cooperazione
Rilevante il peso del comparto cooperativo: le 778 cooperative presenti in Emilia-Romagna producono, infatti, il 60% del fatturato complessivo e rappresentano un terzo delle aziende cooperative dell’agroalimentare italiano. L’organizzazione è d’altra parte un altro degli aspetti che più caratterizzano il comparto agroalimentare in Emilia-Romagna, che può contare su 52 Organizzazioni di produttori con migliaia di associati.Quella emiliano-romagnola è un’agricoltura altamente vocata e specializzata. Nel 2014 il valore della produzione agricola è stato di 6,8 miliardi di euro con un valore aggiunto di 3,4 miliardi di euro. Il settore impiega 65 mila addetti.
Bio primato
Tra i “primati” dell’agroalimentare emiliano-romagnolo il biologico, che colloca l’Emilia-Romagna al quinto posto in Italia e al primo nel Nord Italia per numero complessivo di imprese: ben 3.876, un dato in crescita del 2,8%. L’Emilia-Romagna è, invece, prima in Italia se si considerano solo le imprese di trasformazione e vendita di prodotti bio: 867 con un aumento dell’8,6%. La produzione biologica insieme a quella integrata (un altro dei punti di forza dell’agricoltura emiliano-romagnola) interessa oltre 200 mila ettari di terreno.